| ClaireFraser |
| | Sono troppo carini quando litigano!!! CITAZIONE "Oh, sei sveglia", esclamò evidentemente sorpreso. "Si", ribattei sgarbata, "speravi forse che stessi dormendo, in modo da poter tornare da lei?" Aggrottò le sopracciglia per un attimo, poi le sollevò con aria interrogativa. "Da lei chi? Da Laoghaire, vuoi dire?" Sentirgli pronunciare quel nome con la cadenza disinvolta delle Highlands - " L'heer"- mi provocò una furia irrazionale. "Oh, ma allora sei andato davvero da lei!" sbottai. Jamie sembrava perplesso e guaringo, nonchè leggermente infastidito. "Aye", rispose. "L'ho incontrata per le scale, mentre uscivo. Sei sicura di sentirti bene, Sassenach? Hai l'aria un pò stravolta", commentò esaminandomi attentamente. Mi guardai allo specchio e scoprii che i capelli mi stavano arruffati come una criniera tutto intorno alla testa, e che avevo gli occhi cerchiati di scuro. sbattei lo specchio sul tavolo. "No, mi sento benissimo" replicai, sforzandomi di controllarmi "E Laoghaire come sta?" gli chiesi, con finta indifferenza. "Oh, l'ho trovata in forma" rispose. Si appoggiò contro la porta, a braccia conserte, osservandomi pensoso. " Un pò sorpresa dalla notizia che ci siamo sposati, immagino." "In forma" ripetei, e tirai un profondo respiro. Alzai lo sguardo e vidi che sogghignava. "Non ti starai mica preoccupando per quella ragazzina, vero, Sassenach?" domandò, perspicace. "Non significa niente per te..nè per me", aggiunse. "Oh, ma davvero?" Lei non voleva-o non poteva-sposarti. E siccome tu avevi bisogno di una moglie hai preso me, quando ti si è presentata l'occasione. Non ti biasimo per questo" Attraversò la stanza in due falcate e mi prese le mani, interrompendomi. Mi mise il dito sotto il mento, costringendomi ada alzare lo sguardo. "Claire", disse calmo, "quando verrà il momento ti dirò perchè ti ho sposata...oppure non te lo dirò. Ti ho chiesto sincerità, e ti ho dato la mia. E adesso sono sincero: quella ragazza non può avanzare nessuna pretesa su di me, a parte la cortesia." Mi premette leggermente il mento. "Ma questo diritto lei ce l'ha, e io lo rispetterò." Mi lasciò andare, con un lieve buffetto. " Mi hai sentito, Sassenach?" "Oh, certo che ti ho sentito!" Mi liberai con uno strattone, massaggiandomi il mento risentita. "Non ne dubito, che sarai cortese con lei, però la prossima volta, magari, tira le tende dell'alcova...chè io preferisco non vedere niente." La straniera p. 421CITAZIONE "Dunque non avresti alcun diritto su di me, Sassenach? Mi concedi la libertà di sollazzarmi dove mi pare, è così? Dimmi, è così?" domandò. "Ehm, be', si", risposi, indietreggiando mio malgrado. "E' quello che intendevo." Mi afferrò per le braccia, e sentii la combustione che era in atto nel suo corpo..... "Be', se tu non hai diritti su di me, Sassenach, ce li ho io su di te! Vieni qua." Mi prese il viso tra le mani e mi premette la bocca sulle labbra. Non c'era niente di tenero o di delicato, in quel bacio, e io mi ribellai, cercando di divincolarmi. Si chinò e mi prese in braccio, ignorando i miei tentativi di liberarmi. Non mi ero resa conto di quanto fosse forte, accidenti a lui. "Lasciami andare!" gridai. "Che cosa credi di farmi?" "Be', pensavo che fosse abbatanza chiaro, Sassenach" sibilò tra i denti. abbassò la testa, perforandomi con gli ochhi chiari come con un ferro incandescente. "Ma visto che ci tieni tanto a saperlo", disse, "voglio portarti a letto. Subito. E tenerti lì finchè non avrai imparato quali diritti ho su di te." Mi baciò di nuovo, un bacio duro che tagliò corto con ogni mia protesta. "Non voglio dormire con te!", protestai, quando finalmente staccò la bocca dalla mia. "Non avevo alcuna intenzione di dormire, Sassenach", replicò calmo. "Non ancora." Si avvicinò al letto e mi adagiò piano sulla trapunta a disegni di rose. "Sai benissimo cosa cazzo voglio dire!" Rotolai via, cercando di scappare dall'altra parte, ma venni fermata da una salda presa sulla spalla che mi costrinse a girarmi e a guardarlo in faccia. "Non voglio fare l'amore con te!" Gli occhi azzurri, vicinissimi, si inchiodarono nei miei, bloccandomi il respiro. "Non ti ho chiesto quali fossero le tue preferenze in materia, Sassenach" rispose, a voce pericolosamente bassa. "Sei mia moglie, te l'ho ripetuto abbastanza volte, ormai. Se non volevi sposarmi, l'hai fatto comunque; non so se ci hai fatto caso, ma tra le parole che hai pronunciato c'era 'obbedire'. Sei mia moglie. E se io ti voglio, donna, allora ti avrò, accidenti a te!" La Straniera p. 423Edited by ClaireFraser - 13/5/2007, 01:51
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